LinkedIn ha annunciato di aver creato una lista di 150 famosi e influenzatori che offriranno a tutti gli utenti contenuti business.
Secondo i critici di questa innovazione, il risultato potrebbe tradire il carattere social di LinkedIn, ma forse la questione può essere vista in un’altra ottica.
La creazione di contenuti sta esplodendo: alcuni di noi, preferiscono pubblicare tutte le 300 foto scattate in un weekend anziché selezionare le 15 migliori, altri caricano su YouTube video talmente
noiosi che nemmeno il “regista” guarderebbe più di una volta.
I Blog sono creati e curati solo per generare traffico o per pubblicare confessioni personali che possono interessare 1 o 2 persone al mondo.
Le stesse Aziende, nello sforzo di produrre contenuti, spesso si limitano a contenuti del tipo “5 buoni motivi per comprare i nostri prodotti”
E, forse, la possibilità offerta da quasi ogni Social network di pubblicare aggiornamenti di stato, sottopone tutti noi allo stress di cercare di aver sempre qualcosa da condividere di interessante, anche a costo di condividere chiacchiere prive di interesse.
Qualcuno ha paragonato i Social media a quadri in cui l’immagine è composta da tanti punti che, privi di significato in se stessi, ne acquistano visti nell’insieme.
Ma se fossimo interessati solo ai punti? Cioè, fuor di metafora, al contributo del singolo?
C’è un motivo per cui contributi del genere “I 30 migliori libri da leggere questa estate” hanno successo: cerchiamo qualcuno che ci suggerisca le idee migliori.
La content curation, la produzione di contenuti è il futuro di Internet: non sorprende quindi che LinkedIn abbia imboccato questa strada offrendo a persone e organizzazioni la possibilità di comunicare e condividere contenuti di alta qualità.